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Taranto: Rsu Fiom licenziato e non reintegrato nonostante una sentenza del giudice.

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corriereditaranto.it – “Vorrei solo tornare a lavorare”. È l’appello di Roberto Archinà, il lavoratore Enetec e Rsu Fiom  licenziato e non reintegrato nonostante una sentenza del giudice del lavoro.

Il caso del lavoratore è stato illustrato stamattina nella sede della Cgil in via Dionisio. Erano presenti anche Donato Stefanelli, segretario generale Fiom, Giuseppe Massafra, segretario generale Cgil e l’avvocato Massimiliano Del Vecchio che ha curato il ricorso.

Archinà è stato licenziato da Enetec e reintegrato con sentenza per licenziamento illegittimo: l’azienda, però, nonostante la pronuncia, non gli ha consentito di tornare sul posto di lavoro.  “Il provvedimento del giudice – dice l’operaio – non è una vittoria ma una sconfitta perché Enetec non mi permette di entrare in azienda, nonostante percepisca lo stipendio. Ogni giorno dal 29 luglio mi reco al tornello sperando che il badge lo sblocchi”.

Archinà è stato oggetto condotta antisindacale quando gli è pervenuta la lettera di licenziamento lo scorso 9 giugno, motivata dalla Enetec per una “riorganizzazione aziendale” e della conseguente “soppressione della posizione di elettricista”, come precisa Archinà.

La Fiom, sigla sindacale di cui fa parte Archinà, ha impugnato il licenziamento:  nonostante la volontà di mediazione da parte del sindacato, l’azienda ha fatto muro e ha rifiutato di collaborare. Così il caso Archinà è finito davanti al giudice del lavoro Lorenzo De Napoli, che ha ritenuto illegittimo il licenziamento secondo l’ex articolo 7 della legge n. 604/1966 per due motivi, come sottolinea l’avvocato Massimiliano Del Vecchio: il primo perché in difetto di un giustificato motivo oggettivo, in quanto l’azienda non ha mai dimostrato motivi plausibili per cui Archinà sia stato licenziato, come sostenuto da Donato Stefanelli, segretario generale Fiom. Il secondo motivo è la lesione oggettiva della libertà e dell’attività sindacale svolta in ambito aziendale. Quindi l’azienda “ha volutamente ostacolato l’attività sindacale di Archinà”, sostiene il leader Fiom, già rappresentante sindacale e candidato alle elezioni indette per il rinnovo delle Rsu, tenutesi il 9 settembre scorso, in cui tra l’altro Archinà è stato eletto.

In luogo di un licenziamento illegittimo la legge, come spiega l’avvocato Del Vecchio, non garantisce l’effettività del diritto del lavoratore di poter tornare a lavorare.

Il problema, come si evince dalle dichiarazioni di Donato Stefanelli e Giuseppe Massafra, segretario generale Cgil, è il “contesto in cui si inserisce la vicenda: la crisi che sta colpendo da lungo tempo il territorio tarantino è un pretesto da parte delle aziende che si rivalgono sui lavoratori, invece di investire in innovazione o di fare sistema tra loro. Così scattano i licenziamenti sia individuali sia collettivi senza giusta causa e anzi sono le aziende che chiedono ai sindacati di stipulare accordi aziendali in deroga”.



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